Vai al contenuto Vai alla ricerca Vai al contatti Vai alla mappa del sito

18.05.2023

 

Per i motivi più vari, può capitare che i coniugi stabiliscano la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi, che si possono trovare nello stesso territorio comunale oppure in altri Comuni.

In questo caso, fino a pochissimo tempo fa, veniva riconosciuto il beneficio fiscale a “un solo immobile, scelto dai componenti del nucleo familiare”, a prescindere dai Comuni in cui fossero localizzate le unità immobiliari. (Art. 5-decies, comma 1, del DL n. 146/2021 - convertito con modificazioni dalla Legge n. 215/2021)

La Corte Costituzionale è intervenuta ed ora non è più così, rendendo possibile la doppia esenzione.

ARAG Tutela Legale Famiglia #Next!

La tua famiglia è la cosa più importante che hai: proteggila da ogni imprevisto.

L'intervento della Corte Costituzionale

Con la sentenza 209/2022 del 13 ottobre 2022, la Corte Costituzionale ha fatto chiarezza, dichiarando illegittima la norma che vincolava l'accesso all’esenzione IMU per i coniugi che avevano una residenza diversa.

Viene stabilito il diritto alla doppia esenzione per ciascuna abitazione principale di persone sposate o parti di un’unione civile, nel rispetto dei requisiti della dimora abituale e della residenza anagrafica del possessore dell’immobile e non anche del suo nucleo familiare.
Secondo questa recente sentenza, infatti, non possono essere ammesse misure fiscali che abbiano l’effetto di penalizzare coloro che non vivono assieme, sebbene abbiano deciso di unirsi civilmente o in matrimonio.

Viene stabilito un principio

La Consulta, in questo modo, ha fissato un principio inderogabile: il legislatore deve assicurare lo stesso trattamento alle coppie sposate e a quelle che hanno costituito un’unione civile, rispetto a coloro che hanno scelto un rapporto di convivenza. Non è ammissibile che le prime non possano fruire due volte dell’esenzione dal pagamento dell’imposta municipale, qualora abbiano fissato la residenza e la dimora in due luoghi diversi, così come avviene per i conviventi di fatto.

 

La decisione della Corte ruota attorno al concetto di nucleo familiare e all’esistenza di situazioni che giustificano la mancata convivenza sotto lo stesso tetto.
Sono sempre più frequenti, per esempio, i casi in cui i coniugi vivono separati per rincontrarsi solo periodicamente o durante il weekend, soprattutto - ma non solo - per ragioni di lavoro.

 

La Corte Costituzionale ribadisce con chiarezza che

in un contesto come quello attuale caratterizzato dall’aumento della mobilità nel mercato del lavoro, dallo sviluppo dei sistemi di trasporto e tecnologici, dall’evoluzione dei costumi, è sempre meno rara l’ipotesi che persone unite in matrimonio o unione civile concordino di vivere in luoghi diversi, ricongiungendosi periodicamente, ad esempio nel fine settimana, rimanendo nell’ambito di una comunione materiale e spirituale. Pertanto, ai fini del riconoscimento dell’esenzione dell’abitazione principale, non ritenere sufficiente la residenza e la dimora abituale in un determinato immobile determina una evidente discriminazione rispetto a chi, in quanto singolo o convivente di fatto, si vede riconosciuto il suddetto beneficio al semplice sussistere del doppio contestuale requisito della residenza e della dimora abituale nell’immobile di cui sia possessore.

 

La limitazione all’esenzione IMU non può essere applicata soltanto in virtù del fatto che i coniugi non vivano nella stessa abitazione. Come indicato dalla Corte Costituzionale, spetta ai Comuni e alle autorità preposte verificare che i coniugi risiedano effettivamente nelle due abitazioni principali, come da loro dichiarato, e che non si tratti, invece, di situazioni di “seconda casa”. Un aspetto è infatti chiarito dalla sentenza:

 

le dichiarazioni di illegittimità costituzionale (..) non determinano, in alcun modo, una situazione in cui le cosiddette “seconde case” delle coppie unite in matrimonio o in unione civile ne possano usufruire. Ove queste abbiano la stessa dimora abituale (e quindi principale) l’esenzione spetta una sola volta.

Questa nuova disposizione può essere fatta valere già a partire dall'imposta dovuta per il 2022.
Chi ha già provveduto al versamento dell’imposta non dovuta, può chiederne il rimborso al Comune (entro cinque anni dal momento in cui è stato effettuato il versamento o da quando è sorto il diritto alla restituzione), ad eccezione dei casi in cui sia stato emanato un accertamento IMU divenuto definitivo per mancata opposizione o sia stata emessa una sentenza passata in giudicato.

Il diritto alla doppia esenzione vale anche per i coniugi separati di fatto. La Corte Costituzionale ha stabilito infatti che, qualora risulti accertata la frattura del rapporto, non sussiste più la presunzione di coincidenza tra casa coniugale e abitazione principale, nonché l’unicità del nucleo familiare, finalizzata a garantire l’agevolazione. La separazione rende inconciliabile la prosecuzione della convivenza sotto lo stesso tetto delle persone legate da un rapporto coniugale e ciò giustifica il riconoscimento del beneficio fiscale.

In collaborazione con:

Studio Legale Associato Franciosa - Passini
Piazza Montegrappa n. 11
00044 - FRASCATI


Si avverte che i contenuti hanno carattere meramente informativo e non possono sostituirsi ad una consulenza da parte di un professionista qualificato sul caso specifico. In nessun caso la compagnia può essere ritenuta responsabile dell’utilizzo che ne possa essere fatto.

Cosa ti può offrire ARAG?

 

La polizza di Tutela Legale ARAG copre le spese dell’avvocato e del perito e dà un supporto legale in tanti momenti della vita quotidiana.
Per saperne di più visita la pagina ARAG Tutela Legale Famiglia #Next!

Messaggio promozionale prima della sottoscrizione leggere il set informativo.

Potrebbero interessarti anche...

Contatti e servizi