Come fare per assumere una badante o una collaboratrice domestica?
02/03/2021
Chiunque intenda avvalersi di una collaborazione professionale in ambiente domestico deve necessariamente seguire l'iter di legge: il lavoro domestico è disciplinato dalla Legge 2 aprile 1958 n. 339 e dal CCNL di riferimento; considerato a tutti gli effetti un rapporto di lavoro subordinato, deve essere costituito secondo le norme specifiche di settore.
Cosa si intende per lavoro domestico?
Grazie alla riforma introdotta dalla Legge 28 gennaio 2009 n. 2, per la semplificazione delle procedure di assunzione del lavoratore domestico, il datore deve comunicare entro 24 ore l’avvenuta assunzione alla sola INPS. L’obbligo sussiste anche per le successive questioni: cessazione, trasformazione o proroga. La comunicazione è annullabile entro cinque giorni. Superato questo termine, sarà possibile comunicare solo la cessazione.
Le comunicazioni di assunzione di una colf o di una badante all’INPS si effettuano attraverso uno di questi canali:
Verificata la regolarità della denuncia, l’INPS creerà un archivio personale del lavoratore, nel quale saranno accreditati i versamenti contributivi e registrate le vicende del rapporto stesso (trasformazione, modifiche o cessazione del rapporto domestico).
È compito dell’INPS comunicare i dati relativi alla posizione lavorativa agli organi predisposti quali i Centri per l’impiego, il Ministero del lavoro, l’INAIL o la Questura in caso di lavoratore extracomunitario.
Una questione che merita una disamina approfondita, anche in ragione dei flussi migratori e della loro regolamentazione di legge, è quella riguardante la nazionalità del lavoratore, italiano, comunitario o extracomunitario.
Nel caso di lavoratore italiano o comunitario non vi sono problemi particolari e il datore può procedere nei modi che ritiene più opportuni comunicando all'INPS i dati necessari.
In caso di lavoratore extracomunitario è necessario distinguere tra soggetti già residenti in Italia o meno.
• Nel primo caso è sufficiente che il lavoratore sia in possesso di un permesso di soggiorno per lo svolgimento di attività lavorativa subordinata in corso di validità.
• Nel secondo caso, invece, il datore dovrà in primis consultare il Decreto Flussi pubblicato annualmente dal Ministero in Gazzetta Ufficiale con il quale sono stabiliti i flussi annuali e il numero di permessi di soggiorno per lavoro subordinato.
Verificata positivamente la possibilità di rientrare nei flussi, il datore dovrà far domanda agli uffici della Questura competente per territorio affinché questi concedano il nulla osta allo svolgimento dell'attività lavorativa.
In situazioni come questa, essere assicurati con una polizza di tutela legale è molto utile: in caso di controversie con i collaboratori domestici la si può infatti utilizzare per difendere i propri diritti.
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In collaborazione con:
Studio Legale Potenza
Galleria del Toro, 3
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