
Obblighi e responsabilità dei proprietari di animali domestici: cosa prevede la legge
I nostri animali domestici ci riempiono la vita di affetto e compagnia, ma essere padroni responsabili non è sempre così semplice.
Quando portiamo i nostri amici a quattro zampe in luoghi pubblici – che sia una passeggiata in città, una gita in montagna o una giornata al mare – entrano in gioco non solo il buon senso, ma anche precisi obblighi di legge.
Lasciare il cane libero in spazi aperti può sembrare un gesto di affetto: lo si lascia correre, esplorare, sfogarsi. Ma è sempre lecito? E se qualcosa va storto, chi ne risponde?
La risposta sta nell’articolo 2052 del Codice Civile (Danno cagionato da animali): il proprietario è responsabile dei danni causati dal proprio animale, anche se questo è fuggito o si è smarrito. Si tratta di responsabilità oggettiva, ovvero: non importa se sei stato prudente o meno. Sei comunque responsabile, punto.
Quando sei responsabile? Sempre (o quasi).
Per non essere ritenuto responsabile, l’unico scudo legale è dimostrare che si è trattato di un caso fortuito: un evento imprevedibile e inevitabile.
Parliamo di cose fuori dal nostro controllo, come un fulmine che colpisce un albero e provoca un incendio, un boato che fa imbizzarrire un cavallo, un improvviso malore che colpisce un guidatore.
Qualche altro esempio?
- Qualcuno apre il cancello di casa senza avvertirti e il cane scappa;
- un passante si avvicina a un cane legato nonostante le tue raccomandazioni, e viene morso.
In questi casi la responsabilità può cadere sul “terzo” se si dimostra che il suo comportamento è stato determinante e imprevedibile.
Ma attenzione: non basta dire che “è colpa di un altro”, bisogna dimostrarlo. E spesso questo non è semplice.

Anche se sei in montagna o in un bosco, il guinzaglio resta un dovere. La legge non fa differenze tra zone affollate o isolate: conta solo se c’è la possibilità concreta che il cane possa causare un danno.
E questa possibilità, dicono i giudici, va valutata in modo preventivo e prudente.
In parole povere: meglio prevenire che pagare i danni (o le multe).
In città, l’obbligo è ancora più rigido: il guinzaglio non deve superare 1,5 metri e bisogna sempre avere con sé una museruola da usare in caso di necessità.

Non esiste un obbligo generalizzato di far indossare sempre la museruola.
Le ultime sentenze dei tribunali amministrativi (come il TAR Puglia, nella sentenza n. 943/2021, e il TAR Campania, nella sentenza n. 2830/2022) sono chiare: la museruola non può essere imposta in maniera indiscriminata, ma va usata solo quando c’è un rischio concreto per l'incolumità di persone o animali.
L’obbligo deve essere valutato caso per caso, tenendo conto del comportamento dell’animale, del contesto e delle condizioni ambientali (come il caldo eccessivo, che può aumentare lo stress del cane).
Questo orientamento era stato già proposto dal TAR Lazio con la sentenza n. 7100/2016, con una pronuncia importante, anche per il fatto che ha definitivamente superato l'approccio basato sulla classificazione di pericolosità in base alla razza, stabilendo che non è possibile determinare aprioristicamente la pericolosità di un cane sulla base della sua razza o dei suoi incroci.
Cosa dice il Codice Penale
Oltre alla responsabilità civile, esiste anche una responsabilità penale. L’articolo 672 del Codice Penale punisce chi non custodisce con attenzione animali pericolosi o li affida a persone inesperte. Anche qui, la legge è chiara: il padrone è sempre tenuto a evitare che il suo animale metta in pericolo gli altri.
L’assicurazione non basta
Anche se molte assicurazioni prevedono coperture per danni causati da animali domestici, non è detto che coprano tutto, specie se il proprietario non ha rispettato le regole.
E occhio ai moduli che chiedono la razza del cane: alcune polizze escludono razze “a rischio”, anche se, abbiamo visto sopra, la legge dice che non si può giudicare un cane solo dalla razza.
1. Sempre con guinzaglio, ovunque. Anche nei boschi.
2. Porta con te la museruola e usala se serve.
3. Conosci il tuo animale: se è irrequieto o aggressivo, prendi precauzioni extra.
4. Controlla la tua assicurazione e leggi bene le clausole.
5. Ricorda che la responsabilità è tua, anche se “non è colpa tua”.
In conclusione, la libertà del nostro animale domestico va sempre gestita con rispetto per gli altri e con piena consapevolezza delle responsabilità che comporta. Perché amare il proprio animale significa, prima di tutto, proteggerlo, e proteggere anche chi ci sta intorno.
In collaborazione con:
Studio Legale Potenza
Galleria del Toro, 3
40121 Bologna
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