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Chissà quanti ciclisti sanno che Il Codice della Strada considera "veicolo" anche il popolare mezzo a due ruote. Sicuramente la signora trentenne che è stata condannata per “omicidio stradale” l’ha appreso a proprie spese.

Una giovane donna ha patteggiato la pena a 1 anno e 4 mesi per aver provocato, alla guida della propria bicicletta, la morte di una anziana pensionata che stava attraversando la strada.
Si tratta di uno dei rari casi di condanna per omicidio stradale non provocato da veicoli a motore.

Il fatto drammatico si è verificato qualche anno fa, dopo l’approvazione della legge n. 41/2016 che ha istituito gli specifici reati di “omicidio stradale” e di “lesioni personali stradali gravi e gravissime”.

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Questi i fatti:

La ciclista si era voltata preoccupata per l’avvicinarsi di un autobus, non accorgendosi che la vittima stava attraversando la strada. La collisione era stata inevitabile. Le conseguenze dell’impatto in un primo momento non erano sembrate gravi, ma poi le condizioni dell’anziana signora sono peggiorate a causa di un grave emorragia cranica, fino a provocarne la morte.

Da qui il processo e la sentenza con l’esito sfavorevole per l’imputata: condanna a 2 anni di reclusione, ma con riduzione di 1/3 della pena per la scelta del rito alternativo del patteggiamento.


Il caso può essere preso come spunto per sottolineare l’importanza di coperture assicurative di Responsabilità Civile non obbligatorie e soprattutto della polizza di Tutela Legale.

 

Per quanto riguarda la RC, sarebbe forse il caso di cominciare a valutare l’opportunità di rendere obbligatoria una copertura per ogni utente della strada, soprattutto per una forma di tutela dei terzi danneggiati.

Ma anche la Tutela Legale, in casi come questo, diventa fondamentale: infatti, grazie a questa polizza, la sfortunata e disattenta ciclista avrebbe almeno potuto usufruire dell’assistenza di un legale e soprattutto di un perito, i cui costi sarebbero rimasti a carico della compagnia assicuratrice.

Ma non dimentichiamo anche i familiari della vittima, i quali, per ottenere il risarcimento dei danni per la perdita di un proprio caro, devono ora intraprendere un’azione civile.

Anche in questo caso la Tutela Legale è indispensabile per riuscire a sostenere, senza preoccuparsi della parcella dell’avvocato e dei periti, una causa civile che, visti i tempi della giustizia in Italia, si prospetta lunga e di conseguenza assai costosa.

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